Agnese Turchi è laureata in Pianificazione della Città, del Territorio e del Paesaggio sul tema della rigenerazione urbana, con una tesi dal titolo “L’area Italcementi-Sacelit a Senigallia. Dal Progetto Portoghesi all’individuazione delle regole insediative per la riqualificazione turistica dell’area.”
Ben preso matura l’interesse per l’analisi, la gestione e la mitigazione dei rischi geo-ambientali e consegue la laurea magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio con il massimo dei voti e lode, con una tesi dal titolo “Dissesto idrogeologico nel bacino del fiume Misa: ripartire dagli usi del suolo per un governo del territorio più sostenibile”. Il lavoro di ricerca, che affronta la pianificazione di bacino con un approccio multidisciplinare ed integrato, è stato seguito dal Prof. Carlo Natali (relatore, DIDA – Unifi), dal Prof. Riccardo Fanti (correlatore, DST – Unifi) e dal Prof. Gherardo Chirici (correlatore, DAGRI – Unifi).
Durante il percorso di studi ha svolto attività lavorativa come collaboratrice e tutor alla didattica del corso di Tecnica Urbanistica (Prof. responsabile Ilaria Agostini) presso l’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna – DICAM, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (L-23) dal 2016 al 2019 e del Laboratorio di Analisi Urbana e Territoriale (Prof. responsabile Daniela Poli) presso l’Università degli Studi di Firenze – DiDA, Dipartimento di Architettura (L-21) dal 2017 al 2019.
Attualmente è dottoranda di ricerca presso il DST, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, con una ricerca da titolo “Geo-environmental risk analysis for a sustainable local territorial management”(supervisor, Prof. Riccardo Fanti; collaboratore, Dr. Federico Di Traglia); i casi studio presi in esame sono l’isola di Stromboli (ME) soggetta al rischio vulcanico, sismico e tsunami e la piccola frazione di Montevarchi (AR), soggetta al rischio frana. L’obiettivo del lavoro è quello di analizzare i siti d’interesse, integrando l’approccio territorialista con quello delle scienze dure nel tentativo di introdurre il patrimonio territoriale nel processo di valutazione del rischio. Un ruolo di rilievo è stato conferito alla componente sociale, determinante per la stima della percezione del rischio da parte della comunità locale e della popolazione attratta.
Nel 2019 è stata visiting reserch student presso UCL, University College of London – IRDR, Institute for Risk and Disaster Reduction (supervisor, Prof. David Alexander), per l’approfondimento delle metodologie d’indagine della vulnerabilità sociale pre- e post-emergenza.
Durante il percorso di dottorato ha collaborato al monitoraggio della frana di Arquata del Tronto (AP), Quincinetto (TO) e Pomarico (MT) e continua a svolgere il monitoraggio della Sciara del Fuoco a Stromboli (ME), promossi da DST e Dipartimento di Protezione Civile.
Dal 2017 collabora al progetto “Definizione del livello di rischio da frana a scala nazionale”, promosso da DST, Dipartimento di Protezione Civile, ISPRA e Fondazione CIMA.
Dal 2017 al 2019 ha collaborato al progetto “Diffondere la conoscenza e la consapevolezza dei rischi idrogeologici. Sfruttare la conoscenza, l’innovazione e l’educazione per sviluppare la cultura della sicurezza geologica nelle scuole” promosso da DST, Regione Toscana ed INAIL.
Dal 2017 al 2018 ha collaborato al progetto “La città metropolitana di Firenze: un sistema di bioregioni urbane, policentriche, autosostenibili e resilienti”, in collaborazione con LAPEI.
Dal 2017 fa parte del gruppo di ricerca indipendente Emidio di Treviri, che si occupa di analizzare la gestione del post-emergenza nel cratere dell’Italia centrale, colpito dal sisma del 2016.
Dal 2014 svolge ricerca-azione per la valorizzazione ed il recupero creativo “dal basso” di beni comuni, insieme a La Polveriera Spazio Comune (FI).