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    COMUNE-GROTTAMMARE PARTECIPATIVA-GENESI 

Democrazia partecipativa
nel Comune di Grottammare
 
Genesi
   
Le pratiche partecipative che sono state attuate nel Comune di Grottammare risalgono ai primi anni  ’90  con la vittoria alle elezioni Amministrative di una lista chiamata “Solidarietà  e Partecipazione” in una cornice politica, nazionale e locale, tutt’altro che agevole. Tangentopoli aveva, di fatto, sgretolato il principale partito di riferimento del dopoguerra e una sistema elettorale fortemente maggioritario imponeva una dinamica centripeta  nella ricerca del consenso verso un centro che risultava fortemente destrutturato;  il disorientamento e la delusione dei cittadini verso una classe dirigente corrotta si riversava inevitabilmente nei confronti degli enti locali in quanto fronte più vicino e diretto della macchina statale.
 
Grottammare non solo non sfugge da questo senso di risentimento generale verso un periodo che in molti considerano la fine della I Repubblica, ma aggiunge proprie specificità che non fanno che aggravare ed aumentare il malcontento del tessuto sociale dell’epoca; dal dopoguerra fino a quel momento il dominio incontrastato di amministrazioni di centro mai avevano favorito forme di decentramento o partecipazione popolare avallando una previsione di sviluppo territoriale assolutamente sovradimensionato, lento e prevedibile. Inoltre, nei primi anni ’90,  problemi all’interno della maggioranza non avevano permesso uno sviluppo lineare ed armonioso del territorio,  arrivando ben presto al commissariamento dell’amministrazione giunto a causa di dimissioni anticipate da parte del Sindaco.
 
È dunque in questo stato di cose prende vita a Grottammare un movimento chiamato Solidarietà e Partecipazione formato da persone provenienti dalla società civile (senza esperienza politica o amministrativa), come dai partiti tradizionali (Rifondazione Comunista, Verdi…) nonché da diverse realtà associative del luogo; movimento che si radica sempre più nel territorio e che individua nella partecipazione popolare uno dei suoi capisaldi facendo le prove generali sul proprio programma elettorale realizzato attraverso il coinvolgimento di un numero elevatissimo di cittadini ed elettori.
 
Si arriva, dunque, alle elezioni amministrative del 1993 in un forte stato di crisi a livello locale inserito all’interno di un quadro completamente  rivoluzionato del panorama politico nazionale; in questo contesto una sinistra divisa non riesce ad avere la meglio su una destra che, anche se di poco, vince la competizione elettorale e va alla guida del paese.
 
Basterà un anno ad evidenziare la fragilità della nuova maggioranza; nel 1994 si tornerà, infatti, alle elezioni.
Questa volta Solidarietà e Partecipazione e le forze del centro - sinistra troveranno un accordo programmatico che li porterà a vincere le elezioni. Questo momento rappresenta la consacrazione per il movimento, che risulterà il più votato, nonché l’ “anno zero” del laboratorio partecipativo tutt’ora in essere nel comune dell’ascolano.  In altri termini quello che era stato auspicato, promesso e ventilato in campagna elettorale in tema di partecipazione popolare doveva farsi adesso vera e propria azione di governo.
 
Non si può non precisare che parlare di partecipazione politica all’inizio degli anni ’90 non risultava facile come oggi; Porto Alegre in questo senso era molto più lontana, nessun Social Forum mondiale aveva portato a galla questa esperienza e soprattutto nessun caso del genere in Italia che potesse fungere da punto di riferimento. Tuttavia la neo-amministrazione non si impaurì e cominciò a convocare le Assemblee cittadine prima della redazione del Bilancio di previsione annuale proprio per ricevere non solo una maggiore legittimazione, ma anche una funzionale conoscenza delle esigenze e delle problematiche della cittadina. 
 
Le successive conferme elettorali (1998 e 2003) evidenziano che questo tipo di approccio nella gestione del territorio è stato a dir poco vincente e un analisi più approfondita del trend elettorale ne evidenzia anche la misura; se, infatti, incrociamo i dati delle elezioni amministrative con quelle dei risultati delle politiche scopriamo che a livello nazionale la popolazione grottammarese è di centro destra  mentre alle amministrative riversa il proprio consenso verso una lista spiccatamente di sinistra. Questo ordine di considerazioni sul trend elettorale non è fatto per mero marketing – politico, ma per evidenziare che la cittadinanza ha individuato nell’attuale amministrazione un qualcosa da voler difendere al di là della “casacca” politica indossata dal corpo amministrativo; gli istituti di partecipazione popolare possono rappresentare a pieno titolo questo surplus qualitativo.
 

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