Democrazia
partecipativa
nel Comune di
Grottammare
Aspetti strutturali
Sin
da subito il processo partecipativo si è
poggiato su due strumenti portanti che hanno lo
hanno sorretto costantemente anche se, nel corso
dei dieci anni di sperimentazione, hanno assunto
consistenza e funzioni leggermente diverse; in
altri termini i cittadini hanno privilegiato a
volte uno strumento a volte un altro per
intervenire più efficacemente nell’operato
amministrativo. Questo è stato possibile grazie
anche all’enorme flessibilità del processo,
dovuta ad una scarsa formalizzazione, che ha
permesso di non ingabbiare il procedimento
all’interno di regole statutarie o regolamenti
interni.
Tuttavia è possibile tracciare a grandi
linee il funzionamento dei due principali
istituti partecipativi.
Assemblee di
Quartiere
Esse si configurano come vere e proprie
arene all’interno delle quali i singoli
cittadini esprimono segnalazioni, interventi,
discutono il bilancio, fanno proposte,
individuano i problemi e ne trovano le
soluzioni. Il tutto è regolarmente
verbalizzato e portato in Giunta.
Sono convocate prima della redazione del
Bilancio di previsione annuale, una in ognuno
dei sei quartieri per due cicli (totale 12
Assemblee), e hanno lo scopo di arrivare ad un
approvazione condivisa e generalizzata di questo
documento contabile così importante per la
comunità di riferimento. Esse regalano al
processo partecipativo la dimensione della
collettività e del dibattito pubblico,
caratteristica determinante proprio perché è
solo all’interno di esso che l’interesse
privatistico soccombe alla dimensione
collettiva; è solo attraverso il confronto e la
discussione tra i cittadini che un
problema individuale può diventare una battaglia
comune. Inoltre la trasparenza garantita dal
momento Assembleare è il miglior anticorpo a
eventuali processi corruttivi o collusivi tra
interessi economici e corpo
Amministrativo.
Comitati di
Quartiere
Se
le Assemblee rappresentano la dimensione
collettiva della partecipazione popolare, i
Comitati rappresentano quella permanente; ossia
essi permettono di non relegare il processo a
singoli ed isolati incontri tra cittadini e
amministratori. Infatti hanno il compito di
seguire lo stato di attuazione delle richieste
fatte dai cittadini ed, eventualmente, riferire;
sono portatori di nuove richieste, preparano il
dibattito Assembleare, possono richiedere
Assemblee tematiche e allo stesso tempo
sollecitare l’apparato amministrativo su
questioni delicate. Inoltre avvisano i cittadini
su eventuali questioni da discutere, concordano
date e modalità dello svolgimento delle
Assemblee con il Comune e, non da ultimo,
svolgono un ruolo informativo per la
collettività.
In
altri termini dei veri e propri corpi intermedi
che si pongono come strumenti in mano alla
cittadinanza per raggiungere più agevolmente
l’apparato amministrativo e viceversa. Il tutto
senza pretese di rappresentanza né in seno alla
base popolare da parte della Giunta né dei
cittadini nei confronti dell’amministrazione.
Sono altresì facilitatori e garanti del processo
in grado di mantenere costante e viva la
partecipazione popolare.