SCHEDA DI CASO DI 2° LIVELLO

PER CENSIRE PROCESSI DI DIALOGO TERRITORIALE

 

ATTENZIONE: I CAMPI DA RIEMPIRE SONO SOLO QUELLI BIANCHI:

 

 

N° ID. campo

N° SCHEDA: 12

0.1/0.5

COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DELLE ESPERIENZE CENSITE

(inserire i nomi, fermandosi al livello di inquadramento che interessa le pratiche da rilevare)

0.1

STATO

Italia

0.2

REGIONE

Toscana

0.3

PROVINCIA

Prato

0.4

COMPRENSORIO o AREA VASTA

 

0.5

COMUNE o COMUNI interessati

 

ELENCO DELLE SCHEDE DI CASO COLLEGATE DENTRO LA STESSA UNITÀ TERRITORIALE

0.6

NUMERO DI PRATICHE CENSITE:

1

0.7

N° DI SCHEDA

NOME SINTETICO UTILE AD INDIVIDUARE OGNI SINGOLA PRATICA

LINK ALLE SUB-SCHEDE TEMATICHE

12/1

Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) di Prato

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

12/2

 

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

12/3

 

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

12/4

 

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

12/5

 

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

 

N.B: = Se le pratiche territoriali da censire sono più di 5 in ogni ambito di riferimento considerato, è possibile aggiungere ulteriori righe.


SCHEDA_DI CASO

(da spedire copmpilata a partecip_azione@tiscali.it)

 

(I CAMPI DA RIEMPIRE SONO SOLO QUELLI BIANCHI)

La scheda mira a dare un quadro completo di ogni singolo percorso partecipativo censito, attraverso domande dirette a cui è possibile far corrispondere risposte che in certi casi sono riconducibili a categorie pre-individuate, e in altri sono aperte a descrizioni ampliate, da esporre in forma narrativa. Essa è rappresentata dall’unione di 4 sub-schede tematiche. Il tipo dio domande formulate puntano a facilitare la ‘descrizione’ e l’‘autodescrizione’ da parte dei compilatori.

 

1.                SUB-SCHEDA “DATI GENERALI”

 

La scheda contiene alcuni dati essenziali sulla pratica censita (come il nome esteso, il livello amministrativo di riferimento entro cui si colloca o l’individuazione dell’arco temporale di sviluppo dell’esperienza) ma anche alcune brevi indicazioni su chi ha compilato la scheda.

Queste ultime sono indispensabili per individuare dei referenti da cui attingere notizie anche per il futuro, e servono anche a comprendere il grado di ‘coinvolgimento diretto’ dei soggetti che hanno impostato la descrizione e il loro punto di osservazione. Rappresentano quindi un importante elemento di ‘trasparenza’ nella costruzione dell’atlante, proponendosi di permettere anche un ‘confronto’ e facilitare una ‘sintesi’ tra narrazioni e punti di vista top-down e bottom-up sulle diverse esperienze esaminate.

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: X/X SC X

1.0

NOME

Piano territoriale di coordinamento Provinciale

Prato

1.1

QUAL’È L’AMBITO TERRITORIALE IN CUI L’ESPERIENZA È MATURATA?

(barrare con una X la casella corrispondente al livello dove le pratiche locali hanno preso forma)

1.1.a

LIVELLO REGIONALE

 

1.1.b

LIVELLO PROVINCIALE

X

1.1.c

ALTRO AMBITO SOVRACOMUNALE

X Conferenze d’area Sistemi territoriali locali

1.1.d

LIVELLO COMUNALE

 

1.1.e

LIVELLO DI MUNICIPIO

(infracomunale per città con oltre 300.000 abitanti)

 

1.1.f

LIVELLO CIRCOSCRIZIONALE

 

1.1.g

LIVELLO RIONALE (per Comuni privi di Circoscrizioni)

 

1.2

L’ESPERIENZA METTE IN STRETTO RAPPORTO DUE O PIÙ AMBITI TERRITORIALI NON CONTIGUI? (barrare con una X la casella a destra della risposta scelta)

1.2.a

SI

 

1.2.b

NO

X

1.3

SE LA RISPOSTA È “SI”, INDICARE CON UNA “X”:

1.3.a

SE APPARTENGONO ALLO STESSO AMBITO NAZIONALE

 

1.3.b

SE APPARTENGONO A CONTESTI NAZIONALI DIVERSI

 

1.3.c

DI QUANTI E QUALI AMBITI TERRITORIALI SI TRATTA? (precisare contesti e loro livelli amministrativi)

 

1.4

RIFERIMENTI TEMPORALI DELLA PRATICA DESCRITTA

1.4.a

IN CORSO

(Indicare l’anno di avvio)

 

1.4.b

CONCLUSA

(Indicare gli anni di inizio e fine)

2001-04

1.4.c

IN FASE DI AVVIO

(Indicare anno di avvio)

 

1.4.d

IN ATTESA DI RIPRESA

(Indicare anni di avvio e interruzione)

 

1.4.e

FORNIRE OSSERVAZIONI E DETTAGLI, SE NECESSARIO

L’esperienza si riferisce alla seconda fase di costruzione del PTC dopo 2 anni di interruzione, con nuova amministrazione e progettisti.

1.5

NOTE SUL COMPILATORE DELLA SCHEDA

1.5.a

NOME, COGNOME

David Fanfani

1.5.a

RECAPITI TELEFONICI

055.5031159

1.5.b

RECAPITO E-MAIL

david.fanfani@unifi.it

DA QUALE POSIZIONE OSSERVA o HA OSSERVATO L’ESPERIENZA ALL’EPOCA DEL SUO SVILUPPO?

1.6.

1.6.a

DA RAPPRESENTANTE O FUNZIONARIO DI UN ENTE COMPRENSORIALE (quale?)

 

1.6.b

DA RAPPRESENTANTE O FUNZIONARIO DI ENTE LOCALE (specificare quale)

 

1.6.c

DA MEMBRO DI ASSOCIAZIONE O MOVIMENTO (specificare quale)

 

1.6.d

DA RICERCATORE (di che tipo?)

Ricercatore Universitario/progettista

1.6.e

DA CITTADINO INTERESSATO

 

ALTRO (specificare)

 

1.7.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

1.8.

DATA DI COMPLIAZIONE DELLA SCHEDA

24/03/04

 

 


2       SUB-SCHEDA

“ATTORI INTERAGENTI”

 

La scheda contiene la descrizione degli attori promotori e di quelli via via coinvolti nel processo. E si domanda – nella percezione dei compilatori – quale grado di interazione vi sia stato tra i soggetti territoriali diversi, e quale grado di coordinamento interistituzionale. Inoltre, si propone di sottolineare l’esistenza di azioni specifiche per ottenere il coinvolgimento di particolari gruppi di attori sociali.

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: X/X SC X

2.1/2.3

QUALI ATTORI L’ESPERIENZA DESCRITTA È RIUSCITA A COINVOLGERE, E CON QUALE RUOLO? (definirne i nomi nella casella bianca a lato di ogni categoria)

2.1

ATTORI ISTITUZIONALI

2.1.a

PROMOTORI

Amm.ne Provinciale: Assessorato PTC

2.1.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Amm.ni Locali, Autonomie funzionali, CCIAA

2.2

ATTORI DEL TESSUTO SOCIALE ED ECONOMICO

2.2.a

PROMOTORI

 

2.2.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Ass,ni di categoria. Terzo settore, sindacati,

2.3

CITTADINI NON

PRE-ORGANIZZATI

2.3.a

PROMOTORI

 

2.3.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Semplici cittadini

2.4

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

2.5/2.8

DALLA VOSTRA POSIZIONE DI OSSERVAZIONE, QUALE GIUDIZIO RITENETE ESPRIMA MEGLIO IL GRADO DI COLLABORAZIONE TRA ATTORI CHE SI È RAGGIUNTO?

(barrare con una X la casella a destra della risposta scelta per ognuna delle categorie elencate)

TRA ATTORI ISTITUZIONALI E TESSUTO ECONOMICO

2.5.a

scarso

 

2.5.b

instabile ma positivo

X

2.5.c

buono

 

2.5.d

ottimo

 

TRA ATTORI ISTITUZIONALI E TESSUTO SOCIALE

2.6.a

scarso

X

2.6.b

instabile ma positivo

 

2.6.c

buono

 

2.6.d

ottimo

 

TRA TESSUTO SOCIALE E TESSUTO ECONOMICO

2.7.a

scarso

X

2.7.b

instabile ma positivo

 

2.7.c

buono

 

2.7.d

ottimo

 

LIVELLO DI COORDINAMENTO TRA ISTITUZIONI DIVERSE

2.8.a

scarso

 

2.8.b

instabile ma positivo

X

2.8.c

buono

 

2.8.d

ottimo

 

2.9.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

In realtà è difficile sintetizzare un indicatore per le diverse categorie di relazione al cui interno si sono riscontrati successi e fallimenti

2.10

ALL’INTERNO DELL’ISTITUZIONE PROMOTRICE O CO-PROMOTRICE, SI SONO MESSE IN ATTO FORME DI COORDINAMENTO TRA ASSESSORATI E DIPARTIMENTI?

(barrare con una X la casella a destra della risposta scelta)

2.10.a

SI, CON BUONI RISULTATI

 

2.10..b

SI, MA CON RISULTATI SCARSI

X

2.10.c

NO, OGNUNO HA LAVORATO IN MANIERA SETTORIALE E POCO COORDINATA

 

2.11

SONO STATE MESSE IN ATTO STRATEGIE MIRATE AL COINVOLGIMENTO DI PARTICOLARI ATTORI SOCIALI?

2.11.a

SI

X

2.11.b

NO

 

2.12

IN CASO DI RISPOSTA AFFERMATIVA, INDICARE QUALE TIPO DI ATTORI

(Esempio: bambini, adolescenti, anziani, donne, disabili, immigrati, persone con differente orientamento sessuale, movimenti antagonisti, ecc.)

Terzo settore e soggetti economico produttivi orientati alla valorizzazione delle risorse endogene e territoriale

2.13

SONO STATE MESSE IN ATTO STRATEGIE DI ‘DISCRIMINAZIONE POSITIVA’ MIRATE A BENEFICIARE NELLE SCELTE PARTICOLARI ATTORI SOCIALI? (mettere una X)

2.13.a

SI

X

2.13.b

NO

 

2.14

IN CASO DI RISPOSTA AFFERMATIVA, SPECIFICARE AZIONI E BENEFICI

Alcuni progetti pilota integrati ed indirizzi del piano si orentano al recupero e rafforzamento dei soggetti economici “deboli”, in particolare terzo settore ed agricoltura

2.15

SONO STATE MESSE IN ATTO FORME DI MONITORAGGIO PER CONOSCERE MEGLIO IL PROFILO DI COLORO CHE PARTECIPANO ATTIVAMENTE AL PROCESSO? (mettere una X)

2.15.a

SI

X

2.15.b

NO

 

2.16.

IN CASO DI RISPOSTA POSITIVA ALLA DOMANDA 2.14, POTETE DESCRIVERE IN BREVE:

2.16.a

QUALI FORME DI MONITORAGGIO SONO STATE ATTUATE

Interviste e indagini settoriali

2.16.b

ESPORRE ALCUNI DATI SUI PROFILI PRINCIPALI DEI PARTECIPANTI

Soggetti del terzo settore molto motivati alla valorizzazione del territorio aperto e della sua economia

2.16.c

SPECIFICARE SE È STATA REGISTRATA LA PRESENZA DI CITTADINI IMMIGRATI E LA LORO PROVENIENZA

Si, in particolare extracomunitari e cinesi

2.17.

SONO STATE ADOTTATE PARTICOLARI MISURE PER GARANTIRE UGUALI OPPORTUNITÀ DI ACCESSO AI CITTADINI NON ORGANIZZATI (esempio: babysitteraggi nelle riunioni, trasporti gratuiti o rimborsabili, traduzione per non udenti e non vedenti, ecc.)?

E DI QUALE GENERE E ENTITÀ?

 

2.18.

COME SI ARTICOLA E ORGANIZZA IL PROCESSO?

Attraverso la costruzione di scenari “partecipati” , interviste dirette, momenti “pubblici” di condivisione, definizione e discussione delle scelte

2.19.

ESISTONO CRITERI PER L’ASSUNZIONE DELLE DECISIONI E/O ELEZIONI DI SOGGETTI POPOLARI CHE RAPPRESENTINO I CITTADINI IN SINGOLE FASI DEL DIBATTITO CHE RICHIEDONO TRATTAZIONE APPROFIONDITA DI CONTENUTI?

 

2.20.

COME E’ FINANZIATO IL PROCESSO?

 

2.21.

DA DOVE PRENDE ORIGINE IL NOME DEL PROCESSO?

 

2.22.

ESISTE UN SITO SU CUI POTER SEGUIRE LO SNODARSI E L’EVOLVERSI DEL PROCESSO?

SI

2.23.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

 


3. SUB-SCHEDA

“STRUMENTI, ORGANIZZAZIONE E CONTENUTI”

 

La scheda punta ad individuare i principali contenuti innovativi delle pratiche descritte e le azioni concrete messe in atto. Vuole inoltre indagare sull’uso di particolari strumenti (consolidati o innovativi) ai fini dell’interazione continuata tra attori sociali diversi. Infine, cerca di comprendere il grado di complessità raggiunto dall’articolazione dell’esperienza esaminata.

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: X/X SC X

3.1

L’ESPERIENZA ESAMINATA HA PERSEGUITO LA COSTRUZIONE DI FORME DI

DIALOGO STRUTTURATO TRA ATTORI SOCIALI DIVERSI? (barrare con una X)

3.1.a

NO

 

3.1.b

SI, MA IN MANIERA EPISODICA,

 

3.1.c

SI, IN MANIERA CICLICA E/O PERMANENTE

X

3.2/3.4

IN CASO POSITIVO, QUALI STRUMENTI SONO STATI UTILIZZATI PER STRUTTURARE IL DIALOGO? (sono possibili più risposte; segnare con una X gli strumenti usati e con una Y gli strumenti con cui il processo è entrato in contatto, pur restando autonomo rispetto ad essi)

STRUMENTI INNOVATIVI CREATI AD HOC (specificare quali)

3.2.a

 

STRUMENTI CONSUETI

MA NON CODIFICATI DA NORMATIVE O BANDI NAZIONALI

(se possibile, specificare accanto dei dettagli)

3.3.a

Assemblee tematiche

aperte a tutti

 

3.3.b

Assemblee a base locale

aperte a tutti

 

3.3.c

Forum dell’Associazionismo

 

3.3.d

Consulte tematiche

 

3.3.e

Percorsi di

Bilancio Partecipativo

 

3.3.f

Consiglieri Aggiunti

 

3.3.g

Contratti di fiume

 

3.3.h

Gruppi di Acquisto Solidale

 

3.3.j

Laboratori di Progettazione

 

3.3.k

Tavoli di concertazione socio-economica

 

3.3.i

Focus Group

 

3.3.l

Conferenze d’area

X

3.3.m

ALTRO (specificare dettagli)

X seminari tematici

STRUMENTI O PERCORSI FORMALMENTE CODIFICATI DA NORMATIVE O BANDI NAZIONALI, EUROPEI O REGIONALI

3.4.a

Contratti di Quartiere

 

3.4.b

PRU

 

3.4.c

PRUSST

 

3.4.d

PRIU

 

3.4.e

Patti Territoriali

 

3.4.f

Piani Sociali di Zona

 

3.4.g

Agenda XXI locale

 

3.4.h

PIC URBAN o PPU finanziati UE

 

3.4.j

PISL

 

3.4.k

PSL/GAL

 

3.4.i

Referendum locali

 

3.4.l

Agenzie di Sviluppo Locale

 

3.4.m

Strumenti consolidati da leggi o bandi regionali (specificare dettagli)

 

3.5

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

3.6

NEL CASO IL PROCESSO ABBIA UTILIZZATO O INCROCIATO ALTRI STRUMENTI DIFFERENTI, VI È STATO O VI È UN COORDINAMENTO TRA DI ESSI?

(barrare con una x – possibili più risposte, se si dettagliano accanto)

3.6.a

SI, CRESCENTE NEL TEMPO

 

3.6.b

SI, MA DECRESCENTE NEL TEMPO

 

3.6.c

NO, OGNI STRUMENTO HA OPERATO IN MANIERA SETTORIALE E POCO COORDINATA

 

3.6.d

VI È STATO UNO STRUMENTO PREVALENTE (specificare quale, e i rapporti instaurati con gli altri)

 

3.7

NEL COMPLESSO SI SONO PRIVILEGIATE STRATEGIE DI:

(barrare con una x)

3.7.a

CONCERTAZIONE (con attori dotati di una rappresentatività antecedente al processo)

 

3.7.b

PARTECIPAZIONE (con impegno al coinvolgimento soprattutto di cittadini non pre-organizzati)

 

3.7.c

EQUILIBRIO TRA STRATEGIE CONCERTATIVE e PARTECIPATIVE APERTE A TUTTI

X

3.8

SI È CERCATO DI GARANTIRE AUTONOMIA AGLI SPAZI DI DECISIONI DELLA CITTADINANZA?

3.8.a

NON CON ATTENZIONI PARTICOLARI

 

3.8.b

SI (specificare le azioni intraprese)

X

3.9

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

3.10

CHE VALORE HANNO ASSUNTO LE DECISIONI PRESE DAI CITTADINI?

3.10.a

CONSULTIVO

X

3.10.b

DELIBERANTE

 

3.11

SI È CERCATO DI ‘FORMALIZZARE’ O ‘STATUIRE’ I MOMENTI DI DIALOGO TRA ISTITUZIONI E CITTADINI?

3.11.a

SI, ATTRAVERSO INSERIMENTO NELLO STATUTO (specificare di quale livello amministrativo)

 

3.11.b

SI, ATTRAVERSO ORDINANZE, REGOLAMENTI E SIMILI (specificare)

X (attraverso il tentativo di strutturare Conferenze d’area permanenti)

3.11.c

NO, IL PATTO POLITICO CON I CITTADINI È STATO RITENUTO GARANZIA SUFFICIENTE

 

3.12.

QUALI STRATEGIE COMUNICATIVE SONO STATE USATE PER PROPAGANDARE I MOMENTI DI INCONTRO TRA ISTITUZIONI E CITTADINI? (specificare)

Stampa locale, Web, Inviti diretti

3.13.

SI È FATTO USO DI SONDAGGI D’OPINIONE? (se sì, quale uso e con quali cautele?)

No

3.14

L’ESPERIENZA HA MESSO AL CENTRO ALCUNI DEI SEGUENTI CONTENUTI?

(barrare con una X quello o quelli più centrali e con una Y altri temi trattati con impegno minore)

3.14.a

Accoglienza e integrazione degli immigrati

 

3.14.b

Fitodepurazione, chiusura dei cicli delle acque e valorizzazione del patrimonio idrico

X

3.14.d

Cooperazione decentrata come luogo di apprendimento reciproco tra Nord e Sud

 

3.14.e

Costruzione di Bilanci Sociali, Ambientali o di Genere

 

3.14.f

Cultura diffusa della prevenzione dai rischi ambientali

X

3.14.g

Diffusione di una cultura dei nuovi indicatori di benessere e qualità della vita, attraverso costruzione collettiva di nuovi indicatori locali (specificare)

 

3.14.h

Diffusione di una cultura dei nuovi indicatori di benessere, attraverso uso di nuovi indicatori internazionalmente elaborati

 

3.14.j

Diritto alla città per disabili e portatori di handicap

 

3.14.k

Diritto alla città per i bambini e gli adolescenti

 

3.14.i

Diritto alla città per le categorie sociali economicamente marginali

X

3.14.l

Distretti di economie territoriali

X

3.14.m

Educazione alla democrazia di bambini e giovani

 

3.14.n

Incentivi all’agricoltura come presidio ambientale a protezione del paesaggio storicizzato

X

3.14.o

Necessità di nuovi stili di vita che riducano l’impronta ecologica sull’ecosistema

 

3.14.p

Nuove forme di turismo responsabile e sostenibile

X

3.14.q

Partecipazione nelle reti transnazionali di commercio equo e solidale

 

3.14.r

Potenziamento di Gruppi Solidali di Acquisto locali

X

3.14.s

Protezione attiva e valorizzazione delle riserve naturali

 

3.14.t

Rafforzamento dell’identità locale e senso di appartenenza ai luoghi

X

3.14.u

Sostegno alla produzione di informazione indipendente e comunicazione sociale

 

3.14.v

Strategie di diffusione dell’accesso alle nuove tecnologie

 

3.14.w

Trasformazione e riprogettazione collettiva degli spazi pubblici

 

3.14.x

Valenza etica delle imprese

X

3.14.y

Gestione collettiva dei servizi pubblici

 

3.14.z

Costruzione di biofattorie, ecovillaggi, ecc.

X

3.14.ç

ALTRI TEMI CENTRALI TRATTATI (specificare)

 

3.14&

ALTRI TEMI SOLO SFIORATI (specificare)

 

3.15

VI È STATA SUFFICIENTE INTEGRAZIONE NEL TRATTARE I VARI TEMI SEGNALATI?

3.15.a

SI (dettagliare impressioni del perché)

X ( in particolare per l’obiettivo di ricostituire una economia del territorio aperto e della qualità territoriale)

3.15.b

NO (dettagliare impressioni del perché)

 

3.15.c

SOLO PER SINGOLI FILONI DI RAGGRUPPAMENTO DEI TEMI

 

3.16

CHI HA CURATO L’INFORMAZIONE SU QUESTO GENERE DI CONTENUTI (TALORA DI NON FACILE COMUNICAZIONE) E COME LO HA FATTO? (dettagliare)

Sito web del PTC, tramite una  newsletter e l’aggiornamento costante

3.17

ESISTONO CORSI DI FORMAZIONE O AUTOFORMAZIONE CHE PREPARINO I CITTADINI AD AFFRONTARE TEMI COMPLESSI NEI MOMENTI DI INTERAZIONE PUBBLICA? SE SI, COME SI SVOLGONO E CHI LI ORGANIZZA E FINANZIA?

3.17.a.

NO

X

3.17.b.

SI (specificare)

 

3.18.

CHE TIPO DI AZIONI SONO STATE INTRAPRESE PER DARE AGLI INTERVENTI SUL TERRITORIO COERENZA CON I TEMI SOPRA SEGNALATI? (dettagliare)

Ipotesi di progetti pilota integrati ed accompagnamento allo start up di alcuni di questi

3.18

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

La chiusura del “ciclo amministrativo” di costruzione del piano impedisce il proseguimento della attività di promozione . Il piano è ancora legato al progetto e non al processo.

 


4. SUB-SCHEDA

“LIMITI; OPPORTUNITÀ ED ESITI”

 

La scheda punta ad individuare alcuni esiti dei processi attivati, sia in termini di raggiungimento degli obiettivi che ci si erano originariamente proposti, sia in termini di esiti non preventivati. Contestualmente, invita ad evidenziare l’esistenza di eventuali limiti delle pratiche descritte, e di opportunità positive che possono costituire filoni importanti da esplorare in futuro.

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: 1/2 SC 4

4.1

L’ESPERIENZA DESCRITTA HA AVUTO ESITI POSITIVI? (sono possibili più risposte, con eventuale spiegazione a lato)

4.1.a

NO

 

4.1.b

SI, IN TERMINI DI RISULTATI CONCRETI E VISIBILI SUL TERRITORIO

X

4.1.c

SI, IN TERMINI DI AUMENTO DEL POTERE DECISIONALE DEI CITTADINI

 

4.1.d

SI, IN TERMINI DI ARRICCHIMENTO DELLA CONOSCENZA DEI BISOGNI

 

4.1.e

SI, IN TERMINI DI TRASFORMAZIONE DELLA MACCHINA PUBBLICA

 

4.1.f

SI, IN TERMINI DI TRATTAZIONE DIFFUSA DI NUOVI TEMI

X

4.1.g

SI, IN TERMINI DI COSTRUZIONE DI VISIONI E SCENARI CONDIVISI DI MEDIO TERMINE

X

4.1.h

SI, IN TERMINI DI SPERIMENTAZIONE DI NUOVI STRUMENTI DI GOVERNO

X

4.1.j

SI, IN TERMINI DI CAMBIAMENTI CULTURALI DIFFUSI (specificare)

 

4.1.k

ALTRO (specificare)

Ha prodotto una nuova “immagine” e geografia del territorio che supporta nuovo senso di appartenenza.

4.2

L’ESPERIENZA SI È AVVANTAGGIATA DI QUALCHE INCENTIVO FORNITO DA BANDI DI GARA, LEGGI SPECIALI O ALTRI STIMOLI FORNITI DA ISTITUZIONI SUPERIORI?

4.2.a

SI

X

4.2.b

NO

 

4.3

SE LA RISPOSTA È “SI”, PRECISARE DI CHE TIPO

Un progetto pilota esito della esperienza, tradotto in un Piano integrato di sviluppo locale, si è potuto avvalere di fondi regionali sul Docup ob. 2

4.4

L’ESPERIENZA HA EVIDENZIATO QUALCHE LIMITEBLOCCANTE CHE L’HA CONDIZIONATA IN MANIERA RADICALE? (sono possibili più risposte)

4.4.a

NO

 

4.4.b

SI, IN TERMINI DI INTERAZIONE TRA ATTORI ISTITUZIONALI E NON(specificare)

X

4.4.c

SI, PER LO SCARSO INVESTI-MENTO DI RISORSE PUBBLICHE

(specificare)

X

4.4.d

SI, PER LA MANCANZA DI VOLONTÀ POLITICA

(specificare)

X

4.4.e

SI, PER IMPEDIMENTI BURO-CRATICI, SCARSO COORDI-NAMENTO INTERNO DEGLI ENTI COINVOLTI ECC. (specificare)

X

4.4.f

ALTRO (specificare)

 

4.5

QUALI OBIETTIVI PREVISTI SONO STATI RAGGIUNTI? (specificare)

Quello di avviare un processo di sviluppo endogeno e sostenibile multisettoriale fondato sul riconoscimento di nuove risorse ed economie e sul ruolo attivo degli attori locali

4.6

SI SONO VERIFICATI DEGLI ESITI POSITIVI INATTESI?

4.6.a

SI

 

4.6.a

NO

X

4.7.

SE “SI”, QUALI? (specificare)

 

4.8

SI SONO VERIFICATI DEGLI EFFETTI NEGATIVI NON PREVENTIVATI?

4.8.a

SI

X

4.8.a

NO

 

4.9.

SE “SI”, QUALI? (specificare)

La mancata disponibilità da parte dell’ente titolare del processo, dopo un iniziale orientamento positivo,  a sviluppare un efficace coordinamento tra i diversi settori della amministrazione.

La forte ritrosìa del comune capoluogo ad un dialogo interistituzionale e le sue pessime relazioni con la provincia.

4.10.

DAL PERCORSO FINORA SPERIMENTATO QUALI OPPORTUNITÀ SONO EMERSE CHE SI PUÒ PENSARE DI SFRUTTARE COSTRUTTIVAMENTE PER IL FUTURO? (specificare)

La animazione di numerosi attori locali e la scoperta di molte progettualità latenti

4.11.

QUALI ELEMENTI SI POTREBBERO REINDIRIZZARE, PER FAR MATURARE IL PERCORSO IN FUTURO? (specificare)

La gestioneed implementazione del piano come strumento di supporto alla programmazione locale

4.12.

IL PERCORSO HA GETTATO BASI SUFFICIENTI PER POTER CONTINUARE? (specificare)

No, necessita di una diversa intenzionalità politica

4.13.

QUALI ELEMENTI POSITIVI POTREBBERO ESSERE EMULATI IN ALTRI CONTESTI E CON QUALI ATTENZIONI? (specificare)

Le Conferenze d’area, con un diverso coinvolgimento dal basso degli attori ed una diversa volontà dell’ente promotore.

4.14

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

4.15

ELENCO MATERIALI DI SUPPORTO