SCHEDA
ESPLORATIVA SINTETICA
PER
CENSIRE PROCESSI DI DIALOGO TERRITORIALE
ATTENZIONE: I CAMPI DA
RIEMPIRE SONO SOLO QUELLI BIANCHI:
ID dei campi |
N° SCHEDA: 23 |
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1 |
SUL VOSTRO TERRITORIO (che amministrate o dove abitate o lavorate)
SIETE A CONOSCENZA DI UNA O PIU’ ESPERIENZE DI DIALOGO COSTRUTTIVO TRA
AMMINISTRAZIONI E TESSUTI ECONOMICO/SOCIALI CHE RISPONDA AI CRITERI
ESPLICITATI NEL DOCUMENTO RIPORTATO IN FONDO A QUESTO FILE? Rispondere apponendo una x nel campo vuoto a destra
della risposta |
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1.a |
SI |
X |
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1.b |
NO |
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2 |
NOME SINTETICO
DEL PROGETTO, PERCORSO O AZIONE |
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“Grottammare partecipativa” |
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3 |
COLLOCAZIONE GEOGRAFICA
DELL’ESPERIENZA |
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3.a |
STATO
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Italia
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3.b |
REGIONE |
Lazio |
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3.c |
PROVINCIA
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Roma |
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3.d |
COMPRENSORIO o AREA VASTA |
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3.e |
COMUNE o COMUNI interessati |
Roma |
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3.f |
EVENTUALE LIVELLO INFRACOMUNALE (Municipio/i,
circoscrizione/i, rione/i interessati) |
Municipio XI (struttura di decentramento con maggiori
responsabilità decisionali delle tradizionali circoscrizioni; dotata di
Presidente eletto direttamente, e di Giunta con compiti esecutivi) |
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SIETE IN GRADO DI DESCRIVERE ALCUNI ELEMENTI STRUTTURANTI DELLA PRATICA CHE CI STATE SEGNALANDO? |
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4 |
BREVE DESCRIZIONE DEL CONTESTO(dati, situazione politica, specificità socioeconomiche o istituzionali) |
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I Municipi come istituzioni di governo locale sono nati solo di recente[1] e le loro competenze (con diritti e doveri annessi) sono ancora in via di definizione, in modo diverso città per città. Questo rappresenta da una parte una grande opportunità (presentarsi come un ente, il più capace, di operare proficuamente nel proprio territorio) ma dall’altra un rischio (trovare dei limiti di competenza alla propria azione). Dal punto di vista legislativo ci troviamo in una
fase di nuova definizione delle responsabilità e delle competenze. A Roma
(primo comune italiano ad aver sfruttato l’opportunità offerta dalla Legge
267/2000), le competenze Municipali riguardano moltissimi aspetti della
gestione territoriale (servizi demografici; di regolamento e di controllo del
commercio fisso e di quello ambulante; servizi tributari; assistenza sociale
e socializzazione di particolari settori della cittadinanza; servizi
scolastici ed educativi; servizi culturali, sportivi e ricreativi; attività e
servizi di edilizia ed urbanizzazione; iniziative per lo sviluppo economico e
funzioni di polizia urbana). Ma allo stesso tempo molte di queste competenze
sono ‘supervisionate’, se non direttamente eseguite, dal Comune o da suoi
dipartimenti[2].
Le risorse sono assegnate in quantità diversa per il numero dei residenti e
finalizzate a portare a termine le competenze suddette. Il Municipio non possiede personalità giuridica autonoma dal Comune
ed il suo Bilancio, per essere effettivo, deve essere approvato dal Consiglio
Comunale. Il Bilancio Municipale comprende risorse che, per quanto siano
relative a questo ente locale (come ad esempio gli stipendi per i pubblici
impiegati) vengono erogate e gestite direttamente dal Comune (attraverso suoi
Dipartimenti ed Uffici). Del totale del proprio Bilancio, il Municipio ha
margine decisionale soprattutto sul Piano per Opere ed Investimenti (PI)
Nel 2000, in seguito ai mutamenti avvenuti a livello
nazionale, il comune di Roma, ha accolto e disposto l’elezione diretta del
Presidente del Municipio. Le prime elezioni svoltesi con questo nuovo sistema
(maggioritario a due turni) sono del 2001. Il presidente eletto nel Municipio XI appartiene al
Partito di Rifondazione Comunista (PRC) e si è presentato alle elezioni
contando sull’appoggio di una coalizione di centro sinistra. Il candidato,
Massimiliano Smeriglio, ha raccolto, al primo turno il 49.52%; al
ballottaggio 53.38%. Il suo partito, nel Municipio, si è attestato al 5.18%
(poco sopra la media comunale, che è di 5.09%)[3]. Nella coalizione
figurano alcuni giovani provenienti da esperienze di centri sociali occupati
e di movimenti di lotta provenienti dal tessuto della società civile. Tra
questi il Delegato Consiliare al Bilancio Partecipativo (che fino ad un anno
e mezzo fa era Assessore Municipale al Bilancio Partecipativo). L’XI municipio è un quartiere ubicato a sud est di
Roma e si colloca appena fuori dall’anello ferroviario; è una zona che
presenta, al suo interno, quartieri molto diversi: alcuni sono di vecchia
edificazione (anni ’20 e ’30 del secolo scorso) ed alcuni sono interamente di
edilizia popolare; altri sono di nuova e nuovissima edificazione. Vi sono
zone (le più periferiche del territorio municipale) ancora in piena fase di
espansione. Le eterogeneità presenti sono sia di natura morfologica che di
tessuto sociale che lì abita. Ci sono zone da considerarsi di quasi-centro
storico, ed altre più periferiche. Il RMXI è in forte trasformazione per il recente
insediamento di un polo universitario, e la riconversione di spazi
ex-industriali come gli Ex mercati generali, e l’ex gasometro comunale.
Prossimamente è previsto anche l’insediamento in loco di parte degli
uffici comunali dove ora sorge l’Air Terminal. Questi cambiamenti vanno producendo nuove tensioni;
in particolare il Municipio (alcune zone più di altre) è sottoposto ad una
forte rivalutazione immobiliare, che sta ponendo una nuova questione
abitativa: carenza di abitazioni a canone sociale o equocanone, speculazione
e subaffitti cari a fronte di una grande richiesta creano una situazione di
disagio che può (e in questo territorio succede spesso) portare a casi di
occupazioni abusive di stabili ed edifici; il tutto aggravato da un crescente
mercato di locazione in nero rivolto agli studenti e/o agli immigrati. I problemi sociali principali sono relativi a
questioni di reddito (pensionati, studenti) e abitative. Per le famiglie (e
in particolare per le donne) esiste un problema di mancanza di asili nido in
cui mandare i propri figli. Sul territorio sono presenti 2 ‘Campi Nomadi’, 2
Centri Sociali Occupati e Autogestiti (CSOA) che si fanno portatori della
rivendicazione di diritti urbani (casa, mobilità, spazi di
socializzazione, memoria storica…) Oggi, la popolazione residente nel. Municipio è di
140.207 (5% circa della popolazione del Comune di Roma): uomini:65.910,
donne:74.297. Gli ultrasessantenni rappresentano il 22,7% della popolazione[4]. Si tratta di una
popolazione in trend decrescente[5]. Totale popolazione residente straniera non
comunitaria: 8.200 (5.8%[6] della popolazione
residente) di cui: 36,8% Asia, 18,8% Europa dell’est, 16,2% America latina. |
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OBIETTIVO GENERALE E OBIETTIVI SPECIFICI DELL’ESPERIENZA |
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Il BP era presente nel programma elettorale della
coalizione del Presidente, presentato in occasione delle elezioni del 2001.
In realtà non tutta la maggioranza, né la Giunta, si trova d’accordo sulle
modalità di attuazione di questo, anche se comunque l’intera coalizione
sembra molto coinvolta sul tema del ‘rapporto con il territorio’. Il BP
rappresenta, insieme ad altre politiche, un tentativo di aprire il municipio
al territorio; di forgiare un’istituzione che sia più vicina ai cittadini ed
ascolti le loro richieste. Il Presidente del Municipio ha espresso la
volontà, e il bisogno, di una rottura con la tradizione che la sinistra
porta con sé proprio in riferimento alla partecipazione. Va però sottolineato come alcuni gruppi organizzati sul territorio (in particolare uno dei centri sociali) abbiano portato il loro contributo alla riflessione, alla elaborazione, creazione e supporto di questo processo. Il Municipio si è poi mostrato estremamente
permeabile ad alcune istanze portate avanti dal Movimento Altermondialista[7] partecipando con una
delegazione ufficiale ai Forum Sociali di Porto Alegre, di Parigi e di
Firenze e alle manifestazioni anti-G8 di Genova; la Giunta ha poi
sottoscritto la Carta d’Intenti del Nuovo Municipio. Il Bilancio Partecipativo nasce come ‘sfida
politica’ e ‘culturale’ di ‘rifondazione della democrazia’. Come si
legge, infatti, tra le righe dei documenti di presentazione del 2003, il
Bilancio Partecipativo è stato inteso da una parte della nuova Giunta
Municipale come una sfida ad un modo tradizionale di concepire la
partecipazione che la confondeva con la semplice ‘concertazione’ tra attori
forti dei tessuti istituzionali, economici e sociali. L’idea-base per cui è
stata scelta come ‘bandiera’ di riferimento l’esperienza della città
brasiliana di Porto Alegre (attualizzata e adattata al contesto differente) è
stata da subito proprio quella di mettere alla prova un percorso di
co-decisione in cui dare un ruolo centrale ai singoli cittadini, piuttosto
che all’associazionismo già tradizionalmente attivo e mobilitato, e che molto
spesso ha già a sua disposizione canali attraverso i quali dialogare con le
istituzioni (anche se a volte si tratta di rapporti personalistici o di
pressione nei confronti dell’Assemblea Rappresentativa). In particolare, secondo il punto di vista della
Presidenza del Municipio, interessava dar forma ad un nuovo spazio
decisionale di co-responsabilizzazione senza la quale “ogni forma di
resistenza non produce una speranza di futuro”. In questo senso, vi era
l’attesa che il nuovo percorso decisionale intercettasse anche varie lotte di
base stratificatesi sul territorio e accresciute di recente da una serie di
occupazioni di edifici sottoutilizzati (mirate ad offrire case a persone con
difficoltà economiche o spazi di aggregazione sociale) ma anche da alcune
battaglie a sfondo ambientalista, come quelle contro le antenne di telefonia
mobile o a favore del recupero all’uso pubblico di alcuni parchi e giardini
ubicati nel territorio municipale. E’ interessante anche sottolineare lo sforzo profuso
nel tentativo di metter in relazione
ciò che accade in ambito globale ma anche nazionale e regionale con gli effetti
locali che vengono prodotti. La possibilità che il BP possa fornire una migliore legittimazione degli attori amministrativi e politici è stata spesso evidenziata dai partecipanti che, durante le interviste, hanno mostrato di riflettere su questo punto e di cogliere la novità di un ‘marketing urbano non vuoto, che è al contempo anche volano di un cambiamento culturale possibile’. |
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6 |
ATTORI COINVOLTI (ISTITUZIONALI E NON), MODALITA E CRITERI PER IL COINVOLGIMENTO |
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Giunta
Municipale, Consiglio (parzialmente; al suo interno vi è il Delegato del
Presidente al Bilancio Partecipativo, ma non si è mai riusciti ad approvare
in Consiglio il regolamento del Bilancio Partecipativo ), associazionismo e –
soprattutto - singoli cittadini
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7 |
GRADI DI PARTECIPAZIONE (possibili risposte multiple) |
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£ informazione £coinvolgimento in singole attività £consultazione £negoziazione £ co-progettazione £ cogestione £ autogestione delegata alle organizzazioni di abitanti £ controllo/monitoraggio/valutazione da parte degli stessi abitanti £ spinta progettuale dal basso alla costruzione di
scenari e progetti |
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8 |
PARTECIPAZIONE:
IN QUALI FASI?(possibili risposte multiple)
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£definizione dei bisogni £decisione
£elaborazione tecnica dei progetti £ implementazione delle azioni pianificate £ progettazione di scenari £ gestione o manutenzione dei prodotti £ controllo delle realizzazioni £ progettazione dal basso di azioni e proposte che
stimolino l’Amministrazione all’innovazione |
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9 |
BREVE DESCRIZIONE DELLO SVILUPPO DEL PERCORSO |
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Il BP riguarda il 20% circa della parte del Bilancio
relativa ad opere ed Investimenti (nel 2004 circa 4 milioni di euro), ma
accade spesso che alcune delle priorità emerse nelle assemblee vengano
realizzate attraverso la ricerca di finanziamenti alternativi (ad esempio
attraverso fondi speciali – tipo quelli della Legge 285/97- o partecipazione
a bandi concernenti l’opera in questione), e per tanto non rientrano nella quota
suddetta o la ‘eccedono’. Il territorio è diviso in 7 Quartieri Sociali[8] in ognuno dei quali
prende vita un’Assemblea Territoriale (AT), alla quale possono partecipare
tutti coloro i quali abitano, lavorano o studiano nel territorio; l’unica
restrizione riguarda la facoltà di voto (per l’elezione dei delegati e la
definizione delle priorità) che è concessa solo ai maggiori di anni 14.
Questo è uno degli aspetti qualificanti del processo attivato nel Municipio
XI che considera il cittadino, colui che ‘vive’ nel territorio a partire da
una concezione multidimensionale dell’individuo e non solo ‘residenziale’. Il percorso è ciclico e trova spazio durante i mesi
che precedono la presentazione in Consiglio Municipale del documento di
previsione di Bilancio. Le AT iniziano in Gennaio/Febbraio, per chiudersi a
Giugno; poi a Settembre l’Ufficio BP[9] si preoccupa (di
concerto con la Giunta) di inserire le Priorità nel documento di previsione
di Bilancio che verrà presentato in Consiglio entro la fine dell’anno. A
dicembre dovrebbe avvenire una ‘restituzione’ alla cittadinanza del percorso
del BP. Molti portavoce lamentano però che essa sia spesso ‘la vendita di un
prodotto’, e che - dopo la conclusione delle assemblee di voto delle priorità
- le comunicazioni con l’Ufficio BP si affievoliscono o scompaiono del tutto
fino al gennaio dopo. Il meccanismo di dialogo tra Municipio e cittadinanza
andrebbe quindi ‘oliato’ e rafforzato. Le prime AT Elettive dei Portavoce(ATE) si tengono a Gennaio/Febbraio, una per ogni Zona
del Municipio e sono quelle in cui, dopo una breve presentazione di cosa sia il
BP (ma non una sistematica spiegazione di come funziona) e di chi sono i
candidati a ‘portavoce’, si passa alla votazione degli stessi. Possono
presentarsi come candidati tutti i cittadini maggiori di 14 anni, che vivono,
lavorano o studiano nel territorio e che abbiano protocollato la
candidatura presso l’Ufficio del BP entro le h. 12:00 del giorno precedente a
quello fissato per l’ATE. Il numero dei portavoce eleggibili dipende dalla
quantità di votanti alle ATE, e sono eletti in base alla proporzione di 1
portavoce ogni 15 partecipanti (non sono considerati i residui). Il voto
avviene attraverso una scheda divisa in due parti da consegnare
separatamente: in una viene esplicitato il nome del candidato cui va il voto,
mentre con l’altra parte vengono raccolti i dati personali dell’elettore. Non
sono previsti ‘controlli’ di alcun genere sulle autocertificazioni: la
‘fiducia’ è considerata un’importante base per il dialogo sociale. In base al numero dei portavoce eleggibili, viene
eletto in ordine chi ha preso più voti. E’ possibile che risultino eletti
anche Portavoce che hanno raccolto meno di 15 voti; non è stato ufficialmente
previsto nessun criterio da adottare nel caso in cui l’ultimo candidato che
rientra nella quota di Portavoce eleggibili dall’Assemblea, e il primo che ne
resta fuori abbiano ricevuto lo stesso numero di voti. I portavoce durano in carica un anno con la
possibilità di rielezione per un massimo di due anni complessivi. Tutti i
portavoce eletti formano il Consiglio dei portavoce (CP) che ha il
compito di: elaborare il documento di proposta delle priorità emerse nei
gruppi di lavoro, concordare le modalità di convocazione delle assemblee
territoriali, definire l’Ordine del Giorno delle Assemblee, stendere e
trasmettere all’Ufficio BP il verbale di ogni assemblea. Fino ad ora comunque
i Portavoce, avendo lavorato quasi senza la partecipazione di altri
cittadini, si sono direttamente interessati di definire le priorità, mentre
il costume di stendere un verbale di ogni assemblea è stato sollecitato (
e talora svolto in sostituzione) dai facilitatori. Successivamente (da Febbraio a Maggio), in ogni Zona
si riuniscono le AT, dove i portavoce e cittadini si organizzano nei Gruppi
di Lavoro(GL). I GL sono dei
piccoli gruppi che si organizzano in base agli ambiti tematici all’interno
dei quali verranno individuate le priorità. Questi ambiti tematici e
corrispettivi gruppi di lavoro, sono: -lavori pubblici, -viabilità, - verde e spazi di prossimità, -cultura, - (dal ciclo 2005) sport e politiche giovanili. Fino al 2004 per ogni zona venivano organizzati due incontri mensili, nel 2005 invece ne viene effettuato esclusivamente uno. In questo incontro sono sempre presenti due o tre
facilitatori della comunicazione che lavorano a rotazione nelle diverse AT.
Può accadere però che i GL (o parti di essi) decidano di incontrarsi
autonomamente; in questo caso però non sono presenti i facilitatori e gli
incontri avvengono in luoghi ‘altri’ da quelli degli incontri mensili (ad es.
bar, case private o altri spazi). L’osservazione, e le interviste, ci hanno permesso
di rilevare che nelle AT accade spesso che non vengano istituiti tutti i GL,
ma solo alcuni (ad esempio a Roma 70-Rinnovamento, VIII Colle-Tintoretto); o
che vi sia un unico tavolo che raccoglie le discussioni di tutte le aree
tematiche (S.Paolo-Marconi); o ancora che, informalmente, si organizzino
tavoli che trattano di tematiche non definite inizialmente, ad esempio
elettromagnetismo (Garbatella) inquinamento e informazione (Ostiense). In
quest’ultimo caso dal 2005 dovrebbe essere prevista per regolamento (dal
2004) la possibilità per le AT di proporre l’istituzione di altri GL.
Raramente, però, essi vengono formalizzati. In questo periodo i portavoce possono rivolgersi
all’Ufficio BP (che comunque rimane aperto tutto l’anno) per richiedere
delucidazioni ed informazioni tecniche. L’Ufficio dovrebbe poi inviare
le richieste agli uffici competenti in modo da ottenere risposte da
comunicare ai Portavoce, che lamentano però una mancanza di informazioni
tecniche. All’Ufficio Bilancio Partecipativo, spesso la comunicazione pare
bloccarsi… Nelle seconde AT plenarie di votazione delle
priorità (tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno) vengono presentati tutti i progetti suddivisi per
aree tematiche e si passa alla votazione. Anche qui sono sempre presenti i
facilitatori e il Delegato alla partecipazione (figura istituzionale
formalmente responsabile del Bilancio Partecipativo; prima la stessa persona
era un Assessore). La votazione avviene tramite una scheda cartacea in
cui sono riportate tutte le opere riguardanti le aree tematiche. Poi si passa
allo scrutinio, che avviene pubblicamente ad opera dei facilitatori con la
collaborazione, ed il controllo, di alcuni partecipanti volontari. La confusione del primo anno su questa fase è andata
attenuandosi di recente: un altro segno della capacità (debolmente) evolutiva
che connota il Bilancio Partecipativo di RMXI. Tra Luglio e Settembre l’Ufficio BP si occupa
dell’inserimento delle priorità votate dalle AT nel documento di previsione
di bilancio presentato dalla Giunta, e nel Piano triennale delle Opere (che
in Italia andrebbe consegnato il 30 settembre). Le priorità votate dalle assemblee vengono esaminate
dagli uffici competenti, per poi essere inserite (in base ad un processo non
regolamentato né definito) nella Previsione di Bilancio che la maggioranza di
governo presenta in Consiglio. Nel caso in cui le priorità elette non siano
di competenza del Municipio l’Ufficio BP, attraverso un atto ufficiale di
Giunta, si fa promotore e responsabile di indirizzare tali richieste agli
organi competenti. L’inserimento delle priorità nella previsione
di bilancio è tutta nelle mani degli
attori politici. Non esiste infatti
nessun supporto normativo che obblighi, non solo il Consiglio, ma neanche la
Giunta ad inserire le priorità del BP nel documento di previsione di
bilancio. Quale sia il percorso seguito per giungere all’inclusione è tuttora
incerto e non regolato una volta per tutte; si tratta quindi e
fondamentalmente di una negoziazione politica interna alla
maggioranza. La Giunta presenta poi il documento di previsione in
Consiglio, dove viene discusso e votato; sono ovviamente possibili
emendamenti di qualsiasi consigliere, che - se accolti - hanno la facoltà di
modificare tale documento. Fino ad ora però la Maggioranza ha bocciato tutti
gli emendamenti dell’opposizione che negavano scelte del Bilancio
Partecipativo facendo passare il proprio Documento di Previsione di Bilancio come
un unico maxi-emendamento, nel quale sono incluse anche le priorità
identificate dalle AT. L’ultima fase del BP è una terza plenaria (Dicembre) nella quale
effettuare la ‘restituzione’ del lavoro fatto dalle AT e dal
Municipio. In questa occasione oltre ai facilitatori, al Delegato alla
partecipazione ed alcuni Consiglieri è presente (e nel 2004 è anche
intervenuta alla conclusione dell’incontro) la direttrice Generale del
Municipio. |
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RISORSE FINANZIARIE UTILIZZATE E PROFESSIONALITA’ VALORIZZATE NEL PERCORSO |
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I
processi partecipativi sono a carico del Municipio (in genere i fondi per
l’organizzazione stanno sul capitolo della Cultura, quelli per la
\realizzazione delle priorità afferiscono ai diversi settori di spesa); per
il 2006 si useranno anche fondi provenienti dal Ministero dell’Innovazione
dopo la vittoria di un bando sull’E-democracy. C’è un giornalino comunale
inviato alle famiglie e varie altre forme di informazione-memoria, e in
alcuni momenti sono state inviate lettere di invito per posta alle famiglie.
Dal 2004 ci sono mediatori che facilitano le varie fasi del percorso. Esiste
un Ufficio Bilancio Partecipativo che si occupa dell’organizzazione e del
contatto con la cittadinanza, ma non si è ancora riusciti a coinvolgere
maggiormente nel percorso gli altri uffici (incluso quello dedicato al
Bilancio). Spesso per divulgare la conoscenza del Bilancio Partecipativo, il
Municipio ha allestito degli spazi informativi in fiere e feste di piazza, e
distribuito volantini nei mercati o alle fermate dei bus. Nel 2005 è stato
sperimentato un percorso di ‘simulazione’ in alcune scuole. |
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DIFFICOLTA’ INCONTRATE E PROSPETTIVE DI TRASFORMAZIONE POSSIBILI |
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A livello istituzionale non esiste, in nessuna
forma, una copertura legale del processo. E’ però in via di elaborazione
una proposta di delibera per l’istituzione del BP, da presentare e votare in
Consiglio Municipale. Questa idea esiste già da un paio di anni ma la sua
discussione viene rimandata inevitabilmente di mese in mese. Esiste
però un regolamento interno del BP (definito ‘provvisorio’ in attesa
della votazione della delibera, e quindi non ancora riconosciuto formalmente)
redatto dall’Ufficio Bilancio Partecipativo, ed emendato nel gennaio 2005
dopo una serie di incontri della Giunta anche con alcune delle organizzazioni
del territorio che nel 2004 non avevano supportato il Bilancio Partecipativo,
ritenendo che la sua strutturazione non fosse sufficientemente trasparente e
consensuata. Nel Regolamento è previsto (art. 17) che lo stesso documento di
anno in anno venga valutato e modificato anche se non è stato definito chi, e
attraverso quali modalità, debba effettuare la valutazione. Ad oggi è
possibile sostenere che, sebbene in maniera ‘ufficiosa’, l’Ufficio BP abbia
tenuto conto, per la rielaborazione del regolamento, delle note e delle
considerazioni fatte dai CP delle varie zone. L’obiettivo di far approvare il
Regolamento dal consiglio Municipale per ora non ha avuto esito. I limiti generali sono in primo luogo collegati con
la non autonomia dell’Ente Municipio. Vanno però considerati una serie
d altri limiti, o problemi legati più strettamente al processo di BP. -La proposta di questa sperimentazione come punto
qualificante del programma di governo della coalizione di sinistra ha connotato
politicamente tutto il processo di BP. Ciò non è di per sé una
‘stranezza’, soprattutto se si considerano anche le altre sperimentazioni
italiane; la necessità di una forte volontà politica che funga da stimolo
iniziale è centrale, soprattutto nel caso in cui il corpo amministrativo non
è ‘pronto’ ad una apertura ai nuovi processi che contemplano la
partecipazione. Purtroppo però tale connotazione può avere l’effetto di
‘selezionare’ a priori i partecipanti, demotivando coloro i quali non si
sentono in sintonia con il discorso politico di governo Ci sono poi dei
limiti relativi al carattere deliberativo delle assemblee e che si riferiscono
principalmente alla mancanza di una chiara informazione sul bilancio: i
partecipanti non vengono mai informati sull’ammontare delle risorse
disponibili, né riguardo al costo dei singoli progetti che vanno pian piano
presentando. Questo è un problema che è stato sollevato da portavoce e
cittadini a più riprese. - Nonostante la presenza di molti percorsi partecipativi sul
territorio del Municipio, non vi è un reale collegamento tra i percorsi
(Contratti di Quartiere di Garbatella e Tor Marancia, percorsi di
autorecupero cooperativo in alcuni immobili occupati, Consulte degli
Immigrati, Tavolo di Progettazione Partecipata sui Campi Nomadi,
Progettazione partecipata del Piano per gli ex-mercati Generali) e –
soprattutto – con il Bilancio Partecipativo. Alcuni cittadini hanno poi
rilevato, criticandola, una ‘strana fusione’ avvenuta tra le priorità del
2003 decise in sede di BP e quelle previste dal Contratto di Quartiere
Garbatella dell’anno precedente, non riuscendo a capirne le motivazioni, e
soprattutto sentendolo come un tradimento parziale della capacità decisionale del BP. Sembra poi, che spesso
le priorità subiscano alcune modificazioni nella dicitura che, seppure non
incide direttamente sul ‘merito’ della priorità, hanno l’effetto di minare le
aspettative dei cittadini, che si possono anche sentire ‘presi in giro’. Le aspettative dei partecipanti, e la loro attività
in alcuni casi superano le possibilità e/o le competenze che il Municipio ha
messo a disposizione per il BP. Può accadere infatti che le assemblee
individuino delle priorità qualitativamente più complesse rispetto, ad
esempio, all’indicazione di quale marciapiede rifare, ma che poi, questi
progetti, non possano essere discussi, proposti e/o approvati in sede di
Bilancio Partecipativo, poiché in questo spazio andrebbero discusse solo
opere puntuali. Ciò vale ad esempio per alcune tematiche sollevate durante le
assemblee e relative all’inquinamento atmosferico, alla fitodepurazione delle
acque chiare, all’inquinamento acustico, elettromagnetico etc… In alcuni casi
in cui, per la presenza di associazioni o cittadini con grandi capacità
propositive, la progettualità delle assemblee si è spinta molto oltre la
semplice individuazione di criticità relative alle quattro aree tematiche,
mettendo invece al centro della discussione dei progetti di più ampio respiro
(è il caso di S. Paolo-Marconi), l’Ufficio del BP si è dovuto preoccupare di riportare
la discussione a ’livello tombino’ (felice espressione di un partecipante
della zona Ostiense). La mancanza di un sufficiente coinvolgimento degli impiegati
amministrativi rappresenta un punto molto dolente. Vi è il parere diffuso che
la mancanza di un attento feedback sul processo stesso ed in particolare
sull’evoluzione delle priorità votate dalle assemblee, possa disincentivare
l’affezione partecipativa dei cittadini. Si rileva la mancanza di una
rendicontazione, di un dialogo costante che sappia dar conto ai cittadini
della ‘vita’ delle priorità richieste: sia per quelle priorità che vengono
assunte nel Bilancio, che hanno tempi di attuazione lunghi rispetto alle
esigenze dei cittadini, sia per quelle che non vengono assunte, per le
quali sarebbe utile spiegare perché.
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OPPORTUNITA’ ED ESITI DELL’ESPERIENZA NEL SUO
SVILUPPO TEMPORALE |
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La lettura degli attori e dell’Amministrazione –
nonostante i limiti sopra rilevati - è positiva, per il dinamismo che il
processo ha attivato attraverso la partecipazione alle decisioni e la
pressione del controllo esercitato sulle autorità. I contenuti trattati e
approvati nei percorsi partecipativi non si limitano a manutenzioni,
estensione di servizi ma contemplano certi di aggregazione giovanile,
ludoteche, proposte innovative in tema di ambiente.
Il processo ha mostrato anche effetti redistributivi,.
La mancanza di criteri di assegnazione delle risorse infatti impedisce
tale potenzialità, anche se i cittadini segnalano come carattere
qualificante del processo la sua capacità (derivante dalla strutturazione a
livello territoriale del BP) di comportare una più equa redistribuzione degli
investimenti in tutte le aree del municipio. Considerando però che il
Consiglio dei Portavoce può (teoricamente) presentare Ordini del Giorno al
Consiglio Municipale anche in tempi e fasi indipendenti dal ciclo di BP[10] sarà interessante in
futuro vedere se il Bilancio Partecipativo riuscirà ad incidere anche al di
fuori dei limiti impostigli dalla sua strutturazione. -La sostanziale assenza di un lavoro di coordinamento,
o per lo meno di contatto, tra i vari quartieri del Municipio, fa si che
ognuno di essi si occupi delle proprie
priorità non essendo stimolato ad acquisire una visione più ampia del territorio.
Forse l’attivazione effettiva del FBP potrà correggere in parte questa
mancanza. -Aspetto positivo è l’impegno
politico del Presidente (e della
sua Giunta) ad assumere le priorità espresse dalle assemblee all’interno
della propria previsione di bilancio, o comunque l’impegno nel finanziare
(con altri fondi oltre a quel 20% delle spese per investimenti) le priorità
votate dalle AT. Vi è poi l’impegno ulteriore a tenere in considerazione
anche le criticità che vengono identificate dalle assemblee ma che non
rientrano tra le priorità votate o non sono di competenza del Municipio (ed
in questo caso il Municipio si prende l’onere di fare pressione sulle
istituzioni competenti) La fermezza nella volontà di portare
avanti questa sperimentazione è stata mantenuta, sia nei confronti
dell’apparato politico[11] (Giunta, Consiglio) e
amministrativo (direttori e impiegati), che rispetto alla società civile. In
particolare, in questi anni si è cercato di arginare le pressioni delle
Associazioni o gruppi strutturati[12] (sezioni di partito,
centri sociali ecc..). - La ciclicità rafforza il
processo. Il percorso partecipativo è precedente alla stesura del documento
di bilancio proprio perché le priorità
votate (cioè decise dalle assemblee) saranno finanziate attraverso di esso.
Anche se con una certa lentezza si comincia a dare concretezza alle priorità,
soprattutto quelle legate ai lavori pubblici, alla manutenzione di strade e
marciapiedi. -I partecipanti, attraverso i propri portavoce e
l’assemblea di restituzione, anche non avendo dei compiti o meccanismi
speciali a tal fine, controllano il procedere delle priorità da essi
identificate. Questo avviene in modo diretto, soprattutto perché, vivendo nel
quartiere, i portavoce sono in grado di ‘vedere’ se i progetti vengono,
materialmente, attuati. -La ricerca di fonti di finanziamento alternative
al Piano di Investimenti. Ad esempio per rispondere alla richiesta di
‘creazione’ di un centro di aggregazione sociale sono stati individuati i
fondi messi a disposizione dalla legge
285/97. E’ stato fatto e aggiudicato un
bando di concorso, e nel marzo 2005 è stata inaugurata la sede.
Inoltre le ventilate intenzioni (del consigliere Delegato e dall’Assessore
alle Politiche giovanili della casa ecc) di utilizzare le possibilità offerte
da nuovi fondi come quelli della CE o Dei Quadri Cittadini di Sostegno sono
un tentativo di aprire il Bilancio Partecipativo al di là dei limiti
oggettivi in cui stanno oggi costretti i bilanci. -Sempre
rispetto all’attenzione nel valutare il processo il Municipio ha riconosciuto
la capacità di alcuni fattori organizzativi di influenzare la
partecipazione (qualitativa e quantitativa). Ad esempio il fatto che nel
primo anno (ma in realtà anche in quelli seguenti, anche se con minore
incidenza) le assemblee si svolgessero in Centri anziani ha ‘falsato’ la presenza
di pensionati, rendendola eccessiva ed ‘inibendo’ altre categorie; o ancora
la necessità che il luogo delle assemblee fosse accessibile a tutti (nel 2004
si è verificata l’impossibilità di alcuni disabili di accedere alla sala dove
si votavano le priorità per la presenza di barriere architettoniche). Nel
2005 è stato finalmente attivato il sito[13] del BP del
RMXI; sito che appare ora facilmente consultabile e che riporta molte
informazioni utili: vengono esplicitati i termini generali della
sperimentazione; viene presentata la suddivisione territoriale delle
assemblee con dei link sui verbali delle assemblee (per ora solo quelle di
elezione dei delegati 2005) il calendario degli incontri dei GL, i nominativi
dei delegati con i voti che hanno raccolto; è possibile visionare il
regolamento (che riporta la dicitura ’provvisorio’); andare a vedere quali
siano state le priorità votate nel 2004, suddivise per quartiere e area
tematica |
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13 |
TEMPORALITA DEL PROGETTO |
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£ tuttora in corso £terminato £agli inizi £terminato ma avrà una continuità £speriamo abbia una continuità |
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14 |
SOLO PER ESPERIENZE NATE SU IMPULSO ISTITUZIONALE:RAPPORTO CON IL BUDGET ED I PIANI DELL’AMMINISTRAZIONE E CON LA MODERNIZZAZIONE DELL’APPARATO AMMINISTRATIVO(Il processo partecipativo era previsto o si inserito a percorso progettuale iniziato? E in questo caso perché? C’è stata una particolare linea di finanziamento esistente alla base del processo partecipativo lanciato? O progetto, finanziamento e partecipazione hanno preso forma insieme? Il processo ha innescato qualche processo di trasformazione delle strutture istituzionali coinvolte?) |
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Non esiste un tetto predefinito alle scelte realizzabili dai
cittadini. E va anche sottolineato che il bilancio municipale è solo una
proposta soggetta a valutazione da parte del Consiglio Comunale. Ciò
suggerisce di mantenere livelli di ambizione non troppo alti, per evitare che
molte attese possano venire deluse quando l’approvazione definitiva passa al
consiglio comunale. Dal 2004 vi è crescente attenzione al coordinamento con
programmi e progetti speciali di cui il Municipio può beneficiare, come i Contratti
di Quartiere.
Dati sul Bilancio Partecipativo si possono trovare anche nell’ultima edizione del ‘Bilancio Socciale’ del Municipio XI e nel testo a cura di Smeriglio S., Peciola G., Ummarino L. (2005), Pillola rossa, pillola blu, Intra Moenia/Carta. |
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15 |
ESISTENZA DI UN SITO INTERNET |
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www.municipioparteciapto.it(il sito contiene anche immagini video e brani audio
sullo sviluppo del percorso di Bilancio Partecipativo) |
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16 |
SIETE DISPONIBILI A DARCI UN APPUNTMENTO PER UN COLLOQUIO? |
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16.a |
SI |
X |
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16.b |
NO |
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17 |
CONTATTI: |
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DEL COMPILATORE DI QUESTA SCHEDA |
17.a |
NOME, COGNOME |
Lucilla Pezzetta, sulla base di
interviste a partecipanti e attori politici del processo realizzate nell’ambito
di studi universitari. |
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17.b |
RUOLO O APPARTENENZA (non obbligatorio) |
Università di Roma – La Sapienza |
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17.c |
RECAPITI TELEFONICI |
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17.d |
RECAPITO E-MAIL |
Lupa79@libero.it |
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DI UN RESPONSABILE DEL PROCESSO
SEGNALATO: |
17.e |
NOME, COGNOME |
Luciano Ummarino |
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17.f |
RUOLO O APPARTENENZA |
Delegato al Bilancio Partecipativo del Presidente
del Municipio |
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17.g |
RECAPITI TELEFONICI |
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17.h |
RECAPITO E-MAIL |
l.ummarino@fastwebnet.it |
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18 |
ELENCO
MATERIALI DI SUPPORTO |
A) RegolamentoProvvisorio
Bilancio Partecipativo B) Radio Bilancio
Partecipativo – Intervista audio al Delegato M. Tullio Liuzza C) BPTV –
Intervista alle Delegate 2005 D) BPTV
– Intervista ad un ricercatore francese 2004 E) BPTV –
Momenti di discussione del Bilancio Partecipativo 2003 F) BPTV – Altri momenti
di discussione del Bilancio Partecipativo 2004 Materiali
tratti dal sito: www.municipiopartecipato.it |
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[10] Possibilità prevista per il 2005 ma che per ora non è mai stata attuata data la mancanza di legalità statuaria del processo.